domenica 18 marzo 2018

COME IL M5S STA GIA’ CAMBIANDO L’ITALIA

In questi giorni, sui tutti i media nostrani, ma anche esteri, abbiamo assistito attacchi di ogni tipo al governo di cambiamento Lega-M5s prima ancora che nascesse. Si sono poi sprecate in particolare ironie sul leader pentastelato Luigi Di Maio mentre si esaltavano le grandi doti di furbizia politica di Salvini. Ora che  il governo e' nato, possiamo trarre un bilancio del tutto opposto: se non ci fosse stata la grande determinazione e mediazione dello stesso sottovalutato Di Maio col Quirinale, questo governo non sarebbe mai nato. 
Eppure di questo, ancora oggi, nessuno parla ne' fa un minimo di autocritica. 
L’impressione e'che non ci si sia ancora resi  conto del profondo ed irreversibile cambiamento storico in atto in un Paese rimasto per troppi  decenni ingessato. Cambiamento che ha come perno, checche' se ne dica, non tanto la Lega ma il M5s.


Eppure, questa forza politica era nata dichiaratamente proprio per questo:

- produrre una rivoluzione pacifica per abbattere un sistema di potere corrotto e malato  ridando speranza  a quella parte di popolo italiano sofferente che voleva uscire da un  incubo globale  per tornare vivere con dignità;
-favorire, con nuove regole, la rinascita di  un’etica e cultura in grado di erodere  quella del pensiero unico dei poteri forti e del renzusconismo attraverso   una partecipazione dal basso, utilizzando nuovi strumenti della rete;
-ricostruire un  senso più autentico di comunità e di nuova democrazia per tornare ad essere  Paese normale.
Una comunità che oggi sogna una Europa diversa, che ponga al centro gli uomini e  gli interessi dei popoli e non quelli di burocrati e dei numeri dettati, con cinica indifferenza, da  mercati e finanza.

Piaccia o no ai poteri forti, il M5s ha già iniziato da tempo, nonostante quasi tutti i media contro,  a  cambiare la vecchia visione sociale, culturale e morale di questo Paese introducendo nuovi percorsi e metodi destinati a modificare  profondamente vecchie dinamiche politiche.

I mutamenti apportati dal M5s erano già iniziati durante la sua azione di dura opposizione in Parlamento, fondata su una intransigenza e coerenza rispetto ai principi di onestà e trasparenza, su  quelli della partecipazione diretta dei cittadini, sia nell’elezione dei propri candidati, sia alla costruzione del programma.

Questo processo è continuato, colmando il limite di una presunta incompetenza grillina, con la presentazione recente della squadra, super-partes, di uomini competenti e giusti, nei posti giusti. Scelta comunicata agli elettori prima del voto insieme a quella di candidare, nei vari collegi, i propri rappresentanti per Camera e Senato secondo il principio della territorialità.

Sono questi valori e non, come si è sostenuto da parte di molti, la proposta del reddito di cittadinanza ad aver fatto presa sugli elettori. Roberto Fico ha ben espresso, nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera, uno dei punti cardine di questo percorso: ridare centralità democratica  al Parlamento nelle scelte e decisioni utili a risolvere i problemi concreti dei cittadini.

In questi primi giorni del dopo voto, Di Maio ha riconfermato, non solo l'intenzione di non fare accordi al ribasso o scambi di poltrone, ma con trasparenza ha reso noto  ai  cittadini l’esito dei primi incontri con gli altri partiti.
Siamo insomma  lontani anni luce dagli incontri, in sotterranei o stanze segrete, dagli scambi di posti e poltrone tipici dei metodi della vecchia partitocrazia  uscita con le ossa rotte da queste elezioni.

Non ci saranno dunque  alleanze-inciucio   ma solo accordi sui temi e  sul programma per individuare le soluzioni  utili  ai problemi  del  Paese.
Già queste premesse  mi sembrano un buon viatico per questo nuovo viaggio che dovrebbe portare l’Italia  nella terza Repubblica.

Sarà un processo lungo, difficile, come ogni vero cambiamento, che vedrà inevitabilmente, in futuro, salvo errori gravi del movimento, ad un ulteriore ridimensionamento dei vecchi partiti sconfitti e delle loro logiche di potere e al consolidamento di un nuovo bipolarismo tra  M5s e Centrodestra a trazione leghista. Tuttavia, mi pare difficilmente contestabile che si debba soprattutto alla prima di queste due forze politiche se l’Italia sta finalmente voltando pagina.

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