In questi giorni, sui tutti i media nostrani, ma anche esteri, abbiamo assistito attacchi di ogni tipo al governo di cambiamento Lega-M5s prima ancora che nascesse. Si sono poi sprecate in particolare ironie sul leader pentastelato Luigi Di Maio mentre si esaltavano le grandi doti di furbizia politica di Salvini. Ora che il governo e' nato, possiamo trarre un bilancio del tutto opposto: se non ci fosse stata la grande determinazione e mediazione dello stesso sottovalutato Di Maio col Quirinale, questo governo non sarebbe mai nato.
Eppure di questo, ancora oggi, nessuno parla ne' fa un minimo di autocritica.
L’impressione e'che non ci si sia ancora resi conto del profondo ed irreversibile
cambiamento storico in atto in un Paese rimasto per troppi decenni ingessato. Cambiamento che ha come perno, checche' se ne dica, non tanto la Lega ma il M5s.
Eppure, questa forza politica era nata dichiaratamente proprio per questo:
- produrre
una rivoluzione pacifica per abbattere un sistema di potere corrotto e
malato ridando speranza a quella parte di popolo italiano sofferente
che voleva uscire da un incubo globale per tornare vivere con dignità;
-favorire,
con nuove regole, la rinascita di
un’etica e cultura in grado di erodere
quella del pensiero unico dei poteri forti e del renzusconismo
attraverso una partecipazione dal
basso, utilizzando nuovi strumenti della rete;
-ricostruire
un senso più autentico di comunità e di
nuova democrazia per tornare ad essere
Paese normale.
Una comunità
che oggi sogna una Europa diversa, che ponga al centro gli uomini e gli interessi dei popoli e non quelli di
burocrati e dei numeri dettati, con cinica indifferenza, da mercati e finanza.
Piaccia o no ai poteri forti, il M5s ha
già iniziato da tempo, nonostante quasi tutti i media contro, a
cambiare la vecchia visione sociale, culturale e morale di questo Paese introducendo
nuovi percorsi e metodi destinati a modificare
profondamente vecchie dinamiche politiche.
I mutamenti
apportati dal M5s erano già iniziati durante la sua azione di dura opposizione
in Parlamento, fondata su una intransigenza e coerenza rispetto ai principi di
onestà e trasparenza, su quelli della
partecipazione diretta dei cittadini, sia nell’elezione dei propri candidati,
sia alla costruzione del programma.
Questo
processo è continuato, colmando il limite di una presunta incompetenza
grillina, con la presentazione recente della squadra, super-partes, di uomini
competenti e giusti, nei posti giusti. Scelta comunicata agli elettori prima
del voto insieme a quella di candidare, nei vari collegi, i propri
rappresentanti per Camera e Senato secondo il principio della territorialità.
Sono questi
valori e non, come si è sostenuto da parte di molti, la proposta del reddito di
cittadinanza ad aver fatto presa sugli elettori. Roberto Fico ha ben espresso,
nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera, uno dei punti
cardine di questo percorso: ridare centralità democratica al Parlamento nelle scelte e decisioni utili
a risolvere i problemi concreti dei cittadini.
In questi
primi giorni del dopo voto, Di Maio ha riconfermato, non solo l'intenzione di
non fare accordi al ribasso o scambi di poltrone, ma con trasparenza ha reso
noto ai
cittadini l’esito dei primi incontri con gli altri partiti.
Siamo
insomma lontani anni luce dagli
incontri, in sotterranei o stanze segrete, dagli scambi di posti e poltrone
tipici dei metodi della vecchia partitocrazia
uscita con le ossa rotte da queste elezioni.
Non ci
saranno dunque alleanze-inciucio ma solo accordi sui temi e sul programma per individuare le soluzioni utili
ai problemi del Paese.
Già queste
premesse mi sembrano un buon viatico per
questo nuovo viaggio che dovrebbe portare l’Italia nella terza Repubblica.
Sarà un
processo lungo, difficile, come ogni vero cambiamento, che vedrà
inevitabilmente, in futuro, salvo errori gravi del movimento, ad un ulteriore
ridimensionamento dei vecchi partiti sconfitti e delle loro logiche di potere e
al consolidamento di un nuovo bipolarismo tra
M5s e Centrodestra a trazione leghista. Tuttavia, mi pare difficilmente
contestabile che si debba soprattutto alla prima di queste due forze politiche
se l’Italia sta finalmente voltando pagina.
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